E-commerce e resi, un grande problema per la sostenibilità

Secondo il report di Idealo (comparatore di prezzi online), l’85% degli acquirenti digitali italiani fa almeno un acquisto online al mese, soprattutto di elettronica. Questa percentuale è aumentata di 5 punti percentuali se confrontata con l’anno 2019. Insieme agli acquisti, di pari passo sono aumentati anche i resi e l’impatto ambientale negativo.

Reale bisogno o inutile desiderio?

I numeri riportati hanno un impatto negativo sul nostro ambiente, specialmente se si prendono in considerazione i “serial returners”, cioè le persone che fanno continuamente resi, perché sono gratuiti e anche perché dopo aver acquistato più taglie conservano la più adatta, oppure hanno indossato una volta sola il capo e poi lo restituiscono.

Ad esempio, le persone con un’ossessione compulsiva per gli acquisti spesso restituiscono i prodotti per alleviare il senso di colpa. Molti altri, invece, acquistano solo per scattare delle nuove foto da postare sui social.

Questi comportamenti hanno portato i colossi Amazon, Asos e Zalando a introdurre delle regole che sospendano gli account che palesemente approfittano di questa possibilità.

Il reso gratuito e la sostenibilità ambientale

Il reso gratuito inizialmente è stato parte integrante delle strategie aziendali volte a fidelizzare il cliente, ma oggi dopo la crescita esponenziale del commercio elettronico  è diventato un problema. 

Secondo il Sustainability report di RetailX, il 37% dei consumatori ha consapevolezza del degli effetti dell’e-commerce ed il 43% degli acquirenti dichiara di tenere in considerazione le opzioni a disposizione per ridurre l’impatto prodotto dalle consegne. Il dato poi, sale al 60% nella fascia di età dai 18 ai 25 anni. 

Dei dati importanti sono quelli che mostrano che il 10% dei resi online viene donato o bruciato. Si tratta di una tecnica per diminuire i costi legati al lavaggio e alla riparazione dei materiali. Per questo motivo, molti altri prodotti finiscono direttamente in discarica. Solo i resi degli USA creano più di 2 miliardi di rifiuti in discarica e 15 milioni di tonnellate di emissioni di carbonio in un anno. Si tratta della stessa quantità di spazzatura prodotta da 5 milioni di persone nello stesso arco di tempo.

Come provare a ridurre i resi?

1) Recensioni online

Nel settore moda il reso è sempre molto facile, dunque si acquistano 2 taglie dello stesso prodotto, si provano a casa, se ne tiene una e si restituisce l’altra.
Non è tuttavia una scelta sostenibile e può essere contrastata facendo leva sia su schede prodotto ben esplicative sia sulle recensioni.

Ogni azienda può creare un formulario che possa interrogare i clienti su determinate caratteristiche del prodotto acquistato. Quest’ultime potrebbero essere esposte tra le recensioni ed aiuteranno altri clienti per fare una scelta più precisa, riducendo così il numero dei resi, in maniera progressiva.
Questa strategia ridimensiona in maniera effettiva il problema, e funziona ancor più se unita ad altre guidate dal brand.

2) Packaging più eco-friendly

Gli imballaggi utilizzati per consegnare i prodotti acquistati online sono uno degli elementi principali su cui poter intervenire per ridurre l’impatto ambientale del proprio eCommerce. Si può optare, ad esempio, per scatole realizzate con materiale riciclato ed evitare di sovra imballare i prodotti, limitando così i rifiuti dannosi per l’ambiente.

3) Aderire a progetti di compensazione delle emissioni CO2

Per contribuire a ridurre l’impatto ambientale del proprio negozio online, l’eCommerce può scegliere di aderire ad un progetto di carbon offset così da compensare le emissioni generate dalle proprie attività, come ad esempio la scelta di promuovere la piantumazione di alberi per favorire la forestazione urbana.

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