“Mal d’aria”, il rapporto di Legambiente

Quasi un terzo delle principali città italiane continua a superare i limiti di inquinamento. A farne, anche quest’anno, il bilancio sul superamento delle polveri sottili e le condizioni atmosferiche di diverse città dello Stivale è il rapporto di Legambiente.

L’associazione ambientalista ricorda infatti che è necessaria una nuova spinta per combattere l’inquinamento atmosferico che continua a presentare livelli elevati: nel 2022 sono state 29 su 95 le città che hanno superato i limiti giornalieri di polveri sottili PM10.

Le città più critiche

Al primo posto, nel cuore della Pianura Padana, c’è Torino (98 giorni di sforamento), seguita da Milano con 84 e Asti con 79. Queste città, assieme a Modena, Padova e Venezia hanno registrato più del doppio degli sforamenti consentiti di PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi al metro cubo).

Il problema è che se si osservano i target europei previsti per il 2030 siamo davvero lontanissimi da centrare gli obiettivi per migliorare le condizioni dell’aria: “fuorilegge” risulta infatti il 76% delle città per i PM10, l’84% per PM2.5 e il 61% per il biossido di azoto (NO2).

Le proposte di Legambiente

“Per rendere le nostre città più vivibili e sostenibili, serve un cambio di passo e una maggiore attenzione da parte di Governo e amministrazioni locali. Ecco le nostre proposte: zone a zero emissioni, città 30 km all’ora, potenziamento del trasporto pubblico, elettrificazione autobus e sharing mobility”.

Alcune città inoltre, più di altre, devono intraprendere un cambio di rotta immediato e lavorare per ridurre le concentrazioni di inquinanti e adeguarsi agli standard Oms (Organizzazione mondiale della sanità). A Torino e Milano è necessaria una riduzione di PM10 almeno del 43%, seguono Cremona (42%), Andria (41%) e Alessandria (40%); mentre per il PM2.5 è necessario un grande sforzo a Monza (60%), Milano, Cremona, Padova e Vicenza (57%). Infine, per quanto riguarda l’NO2, un cambio è necessario soprattutto a Milano (47%), Torino (46%), Palermo (44%), Como (43%), Catania (41%), Roma (39%).

«L’inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale, ma anche un problema sanitario di grande importanza», ha raccontato Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente. «In Europa, è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l’Italia registra un triste primato con più di 52.000 decessi annui da PM2.5. È necessario agire con urgenza per salvaguardare la salute dei cittadini, introducendo politiche efficaci e integrate che incidano sulle diverse fonti di smog. A partire da cosa? Dalla mobilità al riscaldamento degli edifici, dall’industria all’agricoltura. In ambito urbano è fondamentale la promozione di azioni concrete sulla mobilità sostenibile attraverso investimenti importanti sul trasporto pubblico, il ridisegno dello spazio cittadino con pedonalizzazioni e la diffusione delle reti di ricarica dei mezzi elettrici. Chiediamo al Governo, alle Regioni e ai Comuni, di mettere in campo azioni coraggiose per creare città più pulite e sicure. La salute è un diritto fondamentale che non può essere compromesso».