Carne Coltivata: un’innovazione per un Futuro Sostenibile

L’industria alimentare sta attraversando una trasformazione epocale con l’introduzione della carne coltivata, una soluzione innovativa volta a mitigare l’impatto ambientale, promuovere la sostenibilità e ridefinire il futuro dell’alimentazione. In questo articolo, esploreremo le sfide attuali della produzione di carne, i vantaggi della carne coltivata, le prospettive economiche e sanitarie associate a questa tecnologia, e il crescente dibattito internazionale sulla sua regolamentazione.

L’Attuale Modello di Produzione e le Sue Criticità

L’industria della carne tradizionale, oltre ad essere un problema etico, visto lo sfruttamento e i maltrattamenti animali negli allevamenti intensivi, ha un impatto significativo sull’ambiente. Secondo Greenpeace sono la causa del 17% delle emissioni totali di gas serra, deforestazione e sfruttamento delle risorse naturali. Peraltro il consumo d’acqua di questo settore supera quello industriale. Gli allevamenti intensivi sono al centro delle criticità ambientali e richiedono soluzioni sostenibili per affrontare le sfide legate al cambiamento climatico. La stessa FAO, nel rapporto “Livestock’s Long Shadow”, evidenzia che l’allevamento animale è la principale causa di utilizzo antropico del suolo a livello globale.

Anche Bill Gates ha suggerito su MIT Technology Review che nei paesi ricchi dovremmo optare per la carne sintetica anziché quella tradizionale. Questa variante, coltivata in laboratorio, rappresenterebbe un’alternativa sostenibile al processo convenzionale di allevamento e macellazione animale.

Carne Coltivata: Una Soluzione “Sostenibile”?

Andremo a stare in città, a non far nulla, e a mangiare pasta e carne tutti i giorni“.

La citazione tratta da “I Malavoglia”, di Giovanni Verga, assume una rilevanza straordinaria nel contesto attuale, caratterizzato dall’aumento esponenziale della popolazione mondiale e, in particolare, dalla crescente domanda di carne nei paesi in via di sviluppo. Secondo un rapporto della FAO, ciò comporterà un quasi raddoppio della produzione su scala globale, passando da 258 milioni di tonnellate nel 2005/2007 a 455 milioni di tonnellate nel 2050, ponendo una sfida significativa agli impegni dell’Accordo di Parigi sul clima.

Il dibattito sulla carne coltivata si estende oltre i confini nazionali, evidenziato dalla recente proposta di legge francese, simile a quella del governo Meloni. Il deputato Ardenne Pierre Cordier, affiliato al partito Les Républicains, ha presentato il disegno di legge n.1965 all’Assemblée Nationale, proponendo il divieto di “produrre, commercializzare e vendere la carne sintetica in Francia”. Tale divieto solleva interrogativi sulla percezione culturale del cibo in chiave utilitaristica, riflettendo le preoccupazioni dei cittadini francesi. La discussione in corso sottolinea l’importanza globale di questo tema.

Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha commentato: “L’iniziativa del parlamento francese conferma il ruolo di apripista dell’Italia nelle politiche di tutela della salute dei cittadini”. Tuttavia, sorge la domanda se le iniziative di Italia e Francia sulla carne sintetica siano mosse esclusivamente da preoccupazioni culturali ed etiche. La battaglia sulla carne coltivata ora si sposta in Europa, sottolineando la complessità e l’importanza di affrontare questa tematica a livello continentale.

Conclusione

La carne coltivata rappresenta una risposta alle sfide ambientali dell’industria alimentare. La sua adozione su scala mondiale richiederà un impegno congiunto per migliorare la tecnologia, renderla economicamente accessibile e affrontare le questioni culturali e sanitarie connesse. Il dibattito internazionale su questa innovazione alimentare sottolinea l’importanza di sviluppare normative globali per garantire una transizione efficace e sostenibile verso un futuro alimentare migliore.

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