Economia Circolare: la Francia introduce il Bonus “riparazioni”

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Buttare abiti e scarpe invece di ripararli? Il governo francese ha annunciato un finanziamento per incoraggiare le piccole riparazioni, offrendo un bonus di importo variabile tra 6 e 25 euro. Questo programma si basa su un fondo di 154 milioni di euro stanziato per il periodo 2023-2028. Questa iniziativa segna un passo significativo per la Francia nell’adesione all’economia circolare delle piccole cose. Dopo aver introdotto un bonus per riparare elettrodomestici, il paese ha ora esteso il supporto al settore tessile con l’obiettivo di assistere i consumatori, sostenere i professionisti della riparazione e creare nuovi posti di lavoro.

Il bonus “réparation”

Nel 2022, in Francia, sono stati immessi sul mercato ben 3,3 miliardi di capi di abbigliamento, calzature e biancheria per la casa. Il Ministro Couillard ha rivelato che i francesi gettano ogni anno 700.000 tonnellate di abiti, con due terzi di questi finiti in discarica. La riforma del settore tessile, uno dei più inquinanti, prevede la tracciabilità dei marchi, il supporto alle organizzazioni specializzate nel riutilizzo e riciclaggio e un contributo di un miliardo di euro da parte dei produttori, importatori e distributori sotto forma di eco-contributi.

Circolarità in Italia

E in Italia? Nel nostro paese, il concetto di economia circolare sta crescendo in popolarità, portando con sé numerose opportunità imprenditoriali. Oltre ai principi di riduzione e riutilizzo, stanno emergendo iniziative come i “restart party”, che stanno guadagnando terreno. Questi eventi, svolti in varie località, riuniscono esperti e partecipanti interessati a imparare come riparare e prolungare la vita dei propri apparecchi domestici, come tostapane, ferri da stiro e asciugacapelli. Il Restart Project, nato a Londra nel 2013, ha ispirato iniziative simili in tutta Europa e nel mondo, promuovendo il risparmio attraverso le riparazioni invece dell’acquisto di nuovi oggetti e contribuendo a ridurre la produzione di rifiuti.

Un altro esempio dell’economia circolare che sta emergendo in Italia è l'”economia della seconda mano”, che apre numerose opportunità imprenditoriali. Nel 2021, ben 13 milioni di italiani hanno comprato o venduto una vasta gamma di oggetti usati, sia per risparmiare, guadagnare o liberare spazio in casa. Questi dati emergono da un’indagine condotta dall’Osservatorio Second Hand Economy. La condivisione, il riutilizzo e il riciclaggio di materiali e prodotti per massimizzare la loro durata stanno diventando sempre più comuni. Le categorie più popolari in questo contesto includono automobili, motociclette, mobili per la casa, abbigliamento e prodotti elettronici.

Il nucleo dell’economia circolare è il riciclaggio, in cui nulla viene sprecato e tutto è riutilizzato o trasformato. Questo comporta un corretto smaltimento dei rifiuti e il loro trattamento per generare nuove risorse o materiali riutilizzabili. L’adozione di pratiche di riciclaggio efficienti crea opportunità per aziende specializzate nella gestione dei rifiuti e nel loro recupero.

In Italia, l’economia circolare sta creando un terreno fertile per nuove opportunità imprenditoriali. I “restart party”, l’economia della seconda mano e il riciclaggio stanno diventando sempre più diffusi, promuovendo una maggiore sostenibilità e generando nuovi posti di lavoro nel settore delle riparazioni, del commercio di oggetti usati e della gestione dei rifiuti.

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