L’isolotto biodegradabile di Angelo Renna: una speranza galleggiante nel Mediterraneo

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In un mondo dove l’impatto dell’umanità sull’ambiente è sempre più evidente, emergono anche soluzioni creative e proattive per ristabilire l’equilibrio con la natura che ci circonda. Angelo Renna, un italiano con una visione ecologica, ha dato vita a un’idea sorprendente: un minuscolo isolotto che solca le onde del Mediterraneo, offrendo un rifugio vitale alla fauna marina che altrimenti lottarebbe nelle acque spesso ostili. Ecco la sua storia.

L’Isolotto Artificiale nel Cuore del Mediterraneo

Angelo Renna descrive il suo progetto, l’Isolotto, come “una minuscola isola artificiale concepita per sostenere la vita marina nel Mar Mediterraneo.” Questo isolotto galleggiante è interamente biodegradabile, destinato a dissolversi naturalmente nel tempo. I suoi componenti si decomporranno, trasformandosi in nutrienti, batteri e minerali senza inquinare l’ambiente circostante.

La Magia dietro il Funzionamento

Questa struttura compatta ma robusta è composta da diversi strati di sughero, ciascuno spesso un centimetro, che conferiscono la capacità di galleggiare. La parte superiore ospita uno strato di terreno dove possono crescere piante e vegetazione. La superficie esterna è rivestita da uno strato di gesso, un materiale che si decompone gradualmente, garantendo così la longevità dell’Isolotto.

Sulle sue curve lievi e colline artificiali, simili a terrazzamenti naturali, diverse creature marine come molluschi, muschi e piante trovano una nuova dimora, un habitat semi-naturale che offre sicurezza e riparo.

Uno Scopo Rivoluzionario

Ma qual è il fine ultimo di questo isolotto biodegradabile? Cosa lo rende diverso dall’ambiente marino che già ospita queste creature?

L’Isolotto è una risposta al declino dell’ambiente marino, spesso contaminato da inquinamento e invaso da plastica e microplastiche. Questa soluzione è un atto di positività e propositività in risposta all’azione umana dannosa, fornendo un supporto tangibile alle creature marine che altrimenti lottano per sopravvivere.

testo e foto di: Futuro prossimo e Ohga

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