La campagna sostenibile di Primark: vero impegno responsabile?

sostenibile

 

La nuova collezione Primark

La nuova collezione Primark comprenderà 35 prodotti, i cui prezzi variano da un minimo di 5 euro a un massimo di 25 (il prezzo ultrabasso, purtroppo, è sinonimo di sostenibilità minima o pari a zero).

I capi sembrerebbero essere realizzati utilizzando almeno il 95% di cotone proveniente dal Primark Sustainable Cotton Programme, che – stando a quanto si legge – forma i coltivatori nell’utilizzo di una minore quantità di acqua, fertilizzanti e pesticidi.

Il rimanente 5% sarebbe costituito da passamanerie, mentre abbellimenti o bottoni che sarebbero stati studiati per essere “removibili o anch’essi riciclabili“.

Inoltre, si legge:

Ogni capo di abbigliamento è progettato per essere riciclato a fine ciclo di vita. Ciò significa che, laddove possibile, finiture e bottoni sono rimovibili in modo da riutilizzare o riciclare gli abiti più facilmente in nuove fibre o nuovi prodotti. I clienti possono, infatti, depositare i loro capi usati presso appositi punti di donazione all’interno di alcuni negozi Primark selezionati.

Un piccolo passo sostenibile, seppur il brand rimanga tra i principali business dell’ultra fashion.

 

Primark, può diventare veramente sostenibile?

Se da un lato il marchio irlandese ha sottoscritto l’Accordo del Bangladesh sulla sicurezza antincendio e degli edifici e del Cotton Pledge, nfu proprio Primark ad essere coinvolta nella vicenda del cotone egiziano contraffatto. Inoltre, era proprio Primark uno dei marchi che aveva il proprio stabilimento nell’edificio Rana Plaza di Savar, vicino a Dacca, in Bangladesh. Quest’ultimo crollò nel 2013 rovinosamente. Malgrado fossero state notate crepe strutturali e i negozi al pian terreno fossero stati dichiarati inagibili, gli operai non furono mandati a casa, ma costretti a continuare a lavorare. L’intero Rana Plaza, il 24 aprile di 10 anni fa, si piegò rovinosamente su se stesso, uccidendo quasi 1.200 persone e ferendone altre 2.500.

Un anno dopo il brand irlandese dichiarò di dare “assistenza finanziaria” alle famiglie dei lavoratori uccisi, e di procedere alla “messa in sicurezza degli edifici” e ad “aiuti di emergenza”, ma – ad oggi non ci sono notizie certe in merito.

Primark potrebbe avere tutte le carte in regola per diventare un brand più responsabile? Oppure  sta puntando sul nuovo consumatore “green”, più attento e preoccupato per l’ambiente e per il futuro? Cosa ne pensi?

Fonti: Green.me

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