Piñatex: la nuova ecopelle deriva dall’ananas ed è davvero etica e sostenibile

Sapevi che l’ecopelle, in realtà, non è davvero finta pelle realizzata senza sfruttamento animale? Molte persone lo credono perché il nome potrebbe trarre in inganno. In realtà, l’ecopelle è semplicemente il cuoio o la pelle realizzata e trattata con modalità a basso impatto ambientale, rispetto alla pelle ottenuta in maniera più tradizionale. Di base, quindi, resta sempre pelle animale.

Scegliere una pelle ecologica è di certo un primo passo etico nei confronti dell’ambiente, ma se stai cercando qualcosa che fino in fondo rispetti il pianeta e gli animali, dovresti optare per altro. Come per esempio per Piñatex, un pellame davvero etico ed ecologico che deriva dagli scarti dell’industria alimentare, ovvero le foglie dell’ananas.

Ecco dunque un esempio di pelle vegana per capi d’abbigliamento e oggetti, creata grazie ad una fibra completamente naturale (e rinnovabile).

La nascita di Piñatex

La storia di Piñatex è davvero affascinante: è stata inventata dalla dottoressa Carmen Hijosa, esperta di pellame, che durante un suo consulto nelle Filippine negli anni Novanta rimase scioccata dal processo di produzione della pelle. Per quale motivo? Per l’utilizzo massiccio di prodotti chimici per l’invecchiamento del cuoio. Anche le alternative in materiali plastici non la convinsero, e ciò la portò a considerare delle soluzioni davvero sostenibili.

Osservò quindi la natura attorno a sé, analizzando quali fossero le piante più abbondanti e più feconde. Se avesse trovato delle fibre vegetali rinnovabili e trasformabili in un materiale tessile resistente, avrebbe potuto realizzare un pellame finalmente ecologico!

Lo identificò nelle foglie d’ananas, altrimenti buttate.

L’ispirazione è arrivata a Carmen durante un soggiorno nelle Filippine. Durante le feste o i riti nuziali, gli uomini sono indossano il barong tagalog, una camicia trasparente decorata con ricami e intessuta anche con foglie di ananas. Il filato, forte e sottile, ha ‘acceso una lampadina’ nella mente di Carmen, ma la vera svolta è arrivata soltanto quando è riuscita a realizzare una maglia senza necessità di tessitura, compattando semplicemente le fibre dell’ananas.

Per fare un metro quadro di Pinatex ci vogliono circa 460 foglie. E qui non manca certo la materia prima. Secondo Hijosa, gli scarti dei 10 Paesi produttori top di ananas potrebbero sostituire il 50 per cento della pelle in produzione nel mondo.

Dopo cinque anni di ricerche svolte tra le Filippine, la  Spagna e il Regno Unito, è nato il marchio Piñatex, e nel 2013 la designer ha fondato a Londra, la startup Ananas Anam, dove viene sviluppato e prodotto l’innovativo ‘tessuto non tessuto’.

Dall’ananas all’ecopelle

Partendo dalle foglie delle piante di ananas nelle Filippine si arriva a dei rotoli di cuoio ecologico. Ma in che modo? Le fibre necessarie per realizzare il materiale vengono estratte con dei macchinari specifici e semi automatizzati. Queste vengono poi essiccate al sole o in appositi forni e purificate dalle impurità.

Dopo la purificazione del materiale si ottiene un materiale soffice, il PALF (PineApple Leaf Fiber), che viene mischiato con un materiale a base di mais per diventare Piñatex. Delle rifiniture sono responsabili delle aziende che si trovano in Spagna e in Italia, ed è qui che, aggiungendo diversi materiali, si ottengono la resistenza e la forza del tessuto dell’ecopelle.

 

Per cosa si usa Piñatex

Questa fibra in simil-pelle può dunque essere utilizzata per tutti i classici usi di pelletteria: borse, scarpe, cinture, accessori, tessuti per la casa… Dai grandi rotoli si possono tagliare tutti gli scampoli necessari per ogni produzione tessile, a seconda dell’utilizzo.

Il materiale è leggero, traspirante, elastico e rispetta gli standard ISO internazionali per la resistenza alla luce e la tenuta dei colori. Può essere tinto, stampato e prodotto in consistenze diverse. Caratteristiche che ne rendono l’utilizzo perfetto non soltanto per capi d’abbigliamento ma anche in settori molto diversi. E’ questo l’obiettivo della designer spagnola, che pensa che il tessuto possa essere trasformato in un rivestimento antibatterico per usi medici e in un materiale isolante per le abitazioni.

Sono diversi, peraltro, i brand di tutto il mondo che hanno già scelto di utilizzare questa pelle vegana, etica ed ecologica per produrre capi e accessori sostenibili e resistenti.

Piñatex utilizza circa l’ 80% di materiale organico, mentre il restante della composizione è di origine sintetica: la versione più diffusa è composta dall’ 80% materiale di organico e dal 20% di acido polilattico biodegradabile, mentre il rivestimento è in poliuretano.

Piñatex è disponibile in 5 versioni, che si differenziano tra loro per composizone, trama, colori, e possibili applicazioni:

  1. Piñatex ORIGINAL
  2. Piñatex PLUMA
  3. Piñatex MINERAL
  4. Piñatex METALLIC
  5. Piñatex PERFORMANCE
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