Cos’è lo Youth4Climate

Il 28 Settembre, a Milano, Greta Thunberg è stata invitata al ‘Youth4Climate‘ insieme a 400 giovani (2 per Paese) provenienti dai 197 Paesi membri dell’UNFCCC (La Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici). Un appuntamento per elaborare proposte concrete sulle questioni più urgenti che riguardano l’agenda climatica e le negoziazioni della COP26 di Glasgow (1-12 novembre 2021). L’evento si inserisce nel processo di un coinvolgimento sempre più attivo dei giovani alla causa climatica. Iniziato con lo United Nations Youth Climate Summit, tenutosi a New York il 21 settembre 2019.

In queste giornate verranno affrontati, con gruppi di lavoro, quattro tematiche scelte per articolare il dibattito. Tra le macro aree: l’ambizione climatica, la ripresa sostenibile, il coinvolgimento degli attori non governativi e una società più consapevole. Dall’approfondimento e dal dibattito che nascerà, verrà creato il documento che sarà illustrato nell’incontro COP26 a Novembre a cui interverranno i capi dei governo britannico e italiano. È la prima volta che, grazie all’Italia e all’Inghilterra che ha proposto all’Onu questo evento all’interno del calendario della Cop26, i giovani passeranno dalla protesta alla proposta per la difesa del clima e del pianeta.

Le dure parole di Greta Thunberg

Greta Thunberg, all’apertura della conferenza dello Youth4Climate, ha detto la sua sulla crisi climatica e sulle politiche sul clima. “Il cambiamento climatico non è solo una minaccia, ma un’opportunità per creare un pianeta più verde e più sano”, ha esordito la giovane attivista. “Quando parlo di cambiamento climatico cosa vi viene in mente? Io penso ai posti di lavoro, ai lavori verdi, ecologici”. È in questo modo che, prima che le fosse chiesto, ha suggerito alcune delle tante alternative e soluzioni.

La giovane attivista ha poi continuato, con toni decisamente più preoccupati. “Dobbiamo trovare una transizione senza traumi, perché non c’è il piano B, non c’è il piano bla bla bla. Qui non stiamo parlando semplicemente di un costoso e politicamente corretto green washing bla bla bla, green economy bla bla bla. Questo è tutto quello che sentiamo dai nostri cosiddetti leader politici. Parole che sembrano bellissime ma per ora non hanno portato ad alcuna azione”. Trent’anni, secondo Greta Thunberg, di parole, “di bla bla bla”. “E dove siamo?”, si chiede l’attivista.

L’escalation della sua paura per il futuro di tutti si è resa evidente a causa dal suo stato d’animo e dalle sue coinvolgenti parole. L’attivista si è rivolta soprattutto a chi detiene il vero potere, alle istituzioni e alle Nazioni tutte. “Invitano i giovani a questi meeting per far vedere che li ascoltano, ma non è vero. Noi vogliamo giustizia climatica e la vogliamo in questo momento. Perché non esiste un piano B e nemmeno un pianeta B». E come un mantra ripete: «Perché non possiamo più rimandare!».

La nuova voce dell’Africa

Sul palco con Greta, questa volta, è salita anche l’ugandese Vanessa Nakate, la ragazza che Greta ha scelto per rappresentare la battaglia in Africa. “Fino a quando la Terra sarà in lutto, le fattorie saranno in rovina, le erbe di ogni campo appassiranno, gli animali periranno?” E con il supporto della collega attivista domanda: “dobbiamo vederli morire di sete nella siccità e ansimare per l’aria nelle inondazioni? Ci sono poche prove dei miliardi di dollari promessi per affrontare queste emergenze ma noi stiamo ancora aspettando”.

È lei la voce e la portavoce del mondo dimenticato per quanto riguarda la transizione ecologica. Perché povero e perché senza aver inquinato, paga doppiamente le conseguenze del mondo più ricco. “Il continente che emette meno gas serra al mondo, dopo l’Antartide”, ma che comunque soffre per le ondate di calore, le alluvioni e gli incendi. “Chi pagherà per tutto questo?”. La domanda di Vanessa echeggia nell’aria per qualche secondo e poi scoppia un lunghissimo applauso. Vanessa ha commosso e si è commossa fino alle lacrime.

I poteri forti rispondono

“Vogliamo ascoltare le vostre idee perché abbiamo bisogno della vostra visione e del vostro coinvolgimento”, ha detto il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. “Non dobbiamo rinunciare al nostro futuro”, continua, ” ma il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali globali vanno trattati insieme”. E ha aggiunto: “Non esiste un’unica soluzione. E spero che oltre a protestare, estremamente utile, ci aiuterete ad identificare nuove soluzioni visionarie. Questo è quello che ci aspettiamo da voi.”